INFANZIA E ADOLESCENZA: I VARI DISTURBI DELLA COMUNICAZIONE

I DISTURBI DELLA COMUNICAZIONE


Durante l’età evolutiva, cioè dall’infanzia all’adolescenza, i cambiamenti da affrontare per un essere umano sono numerosi e riguardano sia lo sviluppo
fisico che quello cognitivo, affettivo e comportamentale. In tali anni, si è chiamati dunque a gestire numerose tappe di sviluppo, fondamentali nella costruzione dell’identità, come la scuola, le regole, l’autonomia, i rapporti con i pari e gli adulti. Se non adeguatamente superate, tali fasi possono essere causa di disagi e alterazioni del comportamento. Tuttavia, per poter parlare di disturbi, le manifestazioni devono interferire significativamente nel funzionamento globale quotidiano della persona, e riguardano aspetti del comportamento personale e interpersonale e dello sviluppo cognitivo che si discostano da ciò che viene considerato “normale” in un determinato contesto storico, sociale e culturale.
Il DSM-IV (Manuale diagnostico statistico dei disturbi mentali) distingue quattordici tipologie di questi disturbi:

Ritardo mentale: condizione di interrotto o incompleto sviluppo delle facoltà intellettive e adattative. Il quoziente intellettivo (il rapporto tra età anagrafica ed età mentale) è di molto inferiore alla media, dai 75-70 punti in giù (contro i 90-109 di un’intelligenza considerata normale). Esistono diversi gradi di ritardo mentale, da lieve a gravissimo. Le cause possono essere organiche, genetiche e/o psicologiche.

Disturbi dell’apprendimento: difficoltà ad apprendere i concetti basilari del calcolo (disturbo del calcolo o discalculia), della lettura (dislessia) e/o della scrittura (disturbo dell’espressione scritta o disgrafia). Creano forte disagio nel bambino, provocando stanchezza, demotivazione e possibili danni all’autostima legati anche al confronto con i pari.

Disturbi delle capacità motorie: legati in particolare alla coordinazione motoria: si possono rilevare goffaggine, lentezza, difficoltà anche in attività semplici come il camminare.
Disturbi della comunicazione: esistono varie tipologie, possono riguardare la comprensione, la ricezione del linguaggio, e/o l’eloquio.  
Disturbi generalizzati dello sviluppo: gravi deficit della capacità di interazione sociale o della capacità di comunicazione, che si manifestano attraverso comportamenti, interessi e attività stereotipate. È il caso del disturbo autistico (atteggiamento mentale di ripiegamento su se stesso), del disturbo di Rett (deficit multipli: perdita delle capacità manuali, isolamento, difficoltà psicomotorie), del disturbo disintegrativo della fanciullezza (disturbi nella comunicazione e nell’interazione sociale), del disturbo di Asperger (simile all’autismo, comporta notevoli difficoltà nelle relazioni sociali e schemi limitati e insoliti di interessi e comportamento).

Disturbo da deficit di attenzione iperattività): disturbo neurologico presente fin dai primissimi mesi di vita che si può protrarre fino all’età adulta, connotato da una vivacità esasperata e incapacità di prestare attenzione. La persona è instabile e iperattiva, ha grandi difficoltà a mantenere la concentrazione.

Disturbo della condotta: incapacità di mantenere un atteggiamento sociale accettabile: chi ne è affetto presenta insofferenza alle regole, aggressività verso persone, animali e cose, gravi problemi emozionali e comportamentali (es. rubare, avere comportamenti violenti).
Disturbo oppositivo di tipo provocatorio: impossibilitato nell’adattamento sociale, il bambino presenta comportamenti ostili e provocatori, non rispetta regole, cerca di imporre la propria volontà, è vendicativo. Tale disturbo è maggiormente diffuso nei maschi.

Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione dell’infanzia o della prima fanciullezza: comprende tre tipi di disturbi, la pica(ingestione di sostanze non alimentari, come sabbia, ciottoli o capelli); il disturbo di ruminazione (continuo rigurgito e rimasticamento del cibo) e il disturbo della nutrizione (incapacità di mangiare normalmente e prendere peso).
Disturbi da tic: i tic sono parole o movimenti senza scopo, del tutto involontari, che tendono a ripetersi con ritmo irregolare. Uno dei più noti è la sindrome di Tourette, che si manifesta sia con vocalizzazioni che con tic motori.

Disturbi dell’evacuazione: encopresi, evacuazione delle feci in luoghi inappropriati, dopo i 4 anni di età ed enuresi, emissione di urine nel letto o nei vestiti dopo i 5 anni di età. Tra le cause, difficoltà di tipo relazionale o eventi stressanti.
Disturbo d’ansia di separazione: il bambino manifesta un’intensa sofferenza nell’allontanamento dai genitori o da altre persone care, ha problemi ad andare a scuola, a dormire da solo e può risultare preoccupato, fino all’ossessione, che possa succedere qualcosa di grave alle persone significative.

Mutismo selettivo: il bambino si rifiuta di parlare in determinate circostanze o con determinate persone, il che può essere legato allo stress di un cambiamento.
Disturbo reattivo dell’attaccamento dell'infanzia e della prima fanciullezza: estrema fatica nel rapportarsi in modo appropriato all’ambiente esterno. Si distinguono due tipi principali di disturbo, uno inibito (il bambino è freddo, scostante, tende a isolarsi e a mantenere un atteggiamento vigile) e l’altro disinibito (socievolezza eccessiva, fiducia indiscriminata in chiunque). Tra le cause si può ritrovare una certa disfunzionalità nei rapporti familiari.
Centro Psicologico specialistico Amamente
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A cura di Barbara Celani,
Psicologia in Movimento
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