RITARDO DEL LINGUAGGIO COSA FARE?

RITARDO DEL LINGUAGGIO NEI BAMBINI.


Logopedia Milano
Un problema di linguaggio può avere diverse cause più o meno gravi: una
sindrome, un ritardo mentale, un problema anatomico alla lingua o alla bocca, una sordità non diagnosticata, un disturbo dello spettro autistico, e molto altro.

- Come si manifestano i disturbi del linguaggio?

I disturbi specifici di linguaggio possono presentarsi con un ritardo nella comparsa delle singole parole, alterazione nella produzione dei suoni linguistici o anche difficoltà a livello lessicale, sintattico-grammaticale (la struttura della frase) o pragmatico. 
Alcuni campanelli d’allarme nella fascia d’età 18-30 mesi sono rappresentati da difficoltà di comprensione del linguaggio parlato, scarso uso di gesti o lentezza nello sviluppo del linguaggio (frasi complesse che tardano a strutturarsi). 
In sintesi si tratta di bambini che faticano a farsi capire o a comprendere e quindi a sostenere una conversazione.

Disturbi specifici del linguaggio (DSL).

I disturbi specifici del linguaggio interessano la comprensione e la produzione di parole e/o frasi. 
Possono presentarsi come un ritardo nella produzione dei suoni linguistici o con alterazioni di diverso tipo (lessicale, sintattico-grammaticale...). Il trattamento d'elezione è quello logopedico, ma è necessaria un'accurata valutazione per individuare la compresenza di altri eventuali problemi.

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“Mio figlio non parla bene. Che cosa può avere?”. 

La risposta a questa domanda non è sempre semplice. Un problema di linguaggio può avere diverse cause più o meno gravi: una sindrome, un ritardo mentale, un problema anatomico alla lingua o alla bocca, una sordità non diagnosticata, un disturbo dello spettro autistico, e molto altro. 
Tuttavia, capita molto spesso che il bambino non abbia nulla se non questa difficoltà nel parlare (parla poco o nulla, usa poche parole, “confonde” le lettere). In questo caso parliamo di disturbo specifico del linguaggio. Si tratta, cioè, di bambini che pur non avendo problemi neurologici, sensoriali o relazionali hanno difficoltà a comprendere e/o produrre parole o frasi rispetto ai loro coetanei.

La maggior parte dei disturbi specifici di linguaggio si risolve col tempo, anche se le difficoltà nell’organizzazione del discorso possono continuare a presentarsi anche in età adulta. Tuttavia, è importante intervenire su questo tipo di problema perché i disturbi del linguaggio tendono ad “evolvere” in disturbi dell’apprendimento (lettura e scrittura). 
In particolare, le difficoltà di tipo fonologico possono avere come seguito una dislessia o una disortografia, mentre le difficoltà di comprensione verbale e di strutturazione delle frasi possono manifestarsi come disturbo della comprensione del testo. 
Un alto motivo per cui è importante ricorrere alla valutazione neuropsicologica e logopedica è che raramente un disturbo di linguaggio appare isolato, ma è spesso accompagnato da una fragilità in qualche altra componente cognitiva. 

Mio figlio è intelligente, ma non parla bene. Ha un disturbo specifico di linguaggio?  

Non per forza. 
L’acquisizione del linguaggio è probabilmente la cosa più difficile che un essere umano fa nel corso della sua vita. C’è chi parte un po’ più lentamente e recupera col tempo e chi parte bene ma subisce un periodo di “assestamento” (non è raro osservare una fase di balbuzie fisiologica nei bambini che stanno imparando a strutturare frasi complesse). 
Uno degli scopi della valutazione logopedica è proprio quello di distinguere uno sviluppo tipico da uno atipico. Esistono errori tipici della normale acquisizione del linguaggio, come ad esempio alcune semplificazioni (“cala” per “scala”), ma fino a una certa età; esistono poi errori “atipici” che non si incontrano nel classico processo di acquisizione del linguaggio.


Secondo l’ICD-10 il disturbo di linguaggio è una condizione in cui l’acquisizione delle normali abilità linguistiche è disturbata sin dai primi stadi dello sviluppo.
Il disturbo linguistico non è direttamente attribuibile ad alterazioni neurologiche o ad anomalie di meccanismi fisiologici dell’eloquio, a compromissioni del sensorio, a ritardo mentale o a fattori ambientali. È spesso seguito da problemi associati quali le difficoltà nella lettura e nella scrittura, anomalie nelle relazioni interpersonali e disturbi emotivi e comportamentali
Come si manifestano.  
I disturbi specifici di linguaggio possono presentarsi con un ritardo nella comparsa delle singole parole, alterazione nella produzione dei suoni linguistici o anche difficoltà a livello lessicale, sintattico-grammaticale (la struttura della frase) o pragmatico. Alcuni campanelli d’allarme nella fascia d’età 18-30 mesi sono rappresentati da difficoltà di comprensione del linguaggio parlato, scarso uso di gesti o lentezza nello sviluppo del linguaggio (frasi complesse che tardano a strutturarsi). In sintesi si tratta di bambini che faticano a farsi capire o a comprendere e quindi a sostenere una conversazione. 

Quando iniziare a preoccuparsi.

Nonostante l’origine dei disturbi specifici di linguaggio (DSL) non sia chiara, nel corso degli anni sono stati messi in evidenza alcuni indici che correlano con un successivo disturbo di linguaggio. In particolare: 
- 5-10 mesi: assenza della lallazione (prima vocalica, poi consonantica)
- 12-14 mesi: assenza di utilizzazione di gesti (deittici e referenziali)
- 12 mesi: mancata acquisizione di schemi d’azione con oggetti
- 18 mesi: vocabolario inferiore a 20 parole
- 24 mesi: vocabolario inferiore a 50 parole
- 24-30 mesi: assenza o ridotta presenza di gioco simbolico
- 24-30 mesi: ritardo nella comprensione di ordini non contestuali
- 30-40 mesi: ridotta presenza di gioco simbolico
- dopo i 30 mesi: persistenza di idiosincrasie 

CENTRO SPECIALISTICO DI LOGOPEDIA A MILANO

www.milanologopedista.it 
 Sabbadini, Disturbi specifici del linguaggio, disprassie e funzioni esecutive
Testo tratto da:
http://www.trainingcognitivo.it/disturbi-specifici-del-linguaggio-dsl/