LOGOPEDIA: IL RUOLO DEI GENITORI NELLO SVILUPPO LINGUISTICO DEI FIGLI

Il ruolo dei genitori: logopedia e consigli utili –
Lo sviluppo linguistico nel bambino, si è detto, non è né rigido né uniforme, ma varia da bambino a bambino.

L’età di acquisizione del linguaggio non va quindi  considerata rigidamente.

Allarmismi controproducenti, accusa la logopedia, che aggravano il problema e destabilizzano emotivamente il minore. Il primo ostacolo da abbattere è dunque l’ansia, sempre comprensibile ma spesso esasperata, di mamma e papà di risolvere la “disfunzione” senza attendere che siano decorsi gli opportuni tempi “biologici”.

Ma quando il problema è reale e l’intervento della logopedia indispensabile, il ruolo dei genitori non può che rappresentare una risorsa “terapeutica” insostituibile. Mamma e papà, insistono gli specialisti, possono molto nel recupero del bambino che inizia a presentare disfluenze ed esitazioni verbali , accompagnandolo quotidianamente e responsabilmente nel percorso terapeutico.

Di seguito  suggeriamo una rassegna di consigli e raccomandazioni utili ai genitori per allenare/guidare il bambino logopatico alla corretta acquisizione del linguaggio attraverso percorsi di logopedia continui, più diretti e meno invasivi:

mostrate disponibilità all’ascolto ed affezione incondizionata al bambino;

adottate un linguaggio semplice, rallentato in presenza del bambino, offrendo un “modello” verbale chiaro e preciso, in particolare dopo aver ascoltato la difficoltà del bambino, senza scadere nell’artificiosità e “stranezza”.

Modellate il linguaggio senza anormalità, lentamente e con frequenti pause d’accentazione;

modellate l’eloquio in modo disteso, consigliando la stessa modalità agli altri membri della famiglia;

evitate che il bambino acquisti familiarità al “suono” del suo linguaggio, fissandolo acusticamente; 
privilegiate un vocabolario elementare e frasi corte;

non interrompete o anticipate le frasi o finire il discorso del bambino.

Rispettate i “turni” d’inserimento verbale e non sovrapponetevi mentre si parla;attendete che formuli la frase o discorso con disponibilità e attenzione;

utilizzate pause nel discorso e nella comunicazione, aumentando la pause tra una richiesta e la su risposta, offrendo una minore pressione “temporale” al “linguaggio” del bambino che percepirà un clima di distensione e tranquillità.commentate singole situazioni o momenti del fare, piuttosto che porre frequenti domande che affaticano il bambino;

durante i momenti di maggiore difficoltà verbale offrite al bambino le più ampie occasioni di linguaggio e la possibilità di parlare liberamente stimolato da percorsi ludici a lui particolarmente interessanti e gradevoli;

organizzate percorsi e momenti di attività non-verbali, di costruzione, ecc., che possano “scaricare” ed alleggerire la tensione verbale, valorizzando forme comunicative alternative;evitate “competizioni verbali” .

Ad es. obbligare a raccontare eventi ad amici o parenti, al fine di limitare e contenere la «pressione» del livello di costruzione verbale del bambino;

evitate reazione emotive ai blocchi verbali come una particolare mimica del volto, distogliendo lo sguardo, ecc; 
preparate il bambino ad affrontare situazioni nuove simulando l’evento, tranquillizzando i suoi livelli d’eccitazione ed ansia naturali,non evidenziate al bambino le sue difficoltà verbali. Invitandolo alla “calma”, a “prendere il fiato”, “a parlare lentamente”, ad “aprire di più la bocca”, “a rallentare”, a “pensare a quello che deve dire” si comunica la sua diversità, si comunicano forti livelli d’ansia che appartengono all’adulto ma non al bambino che “vive la difficoltà” ma non la “prova” ancora. Il bambino potrebbe equivocare la natura dello stimolo interpretandolo come un rimprovero;

le pressioni dei genitori spingono il bambino a prendersi carico della sua esecuzione verbale, compromettendo il carattere di spontaneità e naturalezza della comunicazione;se il bambino sottolinea la sua difficoltà verbale, presentategli il fatto che tutte le persone hanno difficoltà ed esitazioni verbali quando stanche o particolarmente agitate;

evidenziate le sue qualità, capacità e punti di forza; 
ricordate che molti bambini fino a 6/7 anni presentano disfluenze normali fisiologiche e di sviluppo in un quadro personale assolutamente normale e non logopatico.
Difficoltà che regrediscono naturalmente all’interno di relazioni parentali positive e serene.dimostrate il piacere di comunicare durante le situazioni routinarie (vestirsi, mangiar, lavarsi, andare a dormire);

sfruttate i diversi contesti che si creano durante la giornata per descrivere e raccontare ciò che vi circonda (una passeggiata al parco, andare a fare la spesa, preparare la torta);proponete canzoncine e filastrocche abbinandovi gesti e mimica che diano significato alle parole;

proponete libri figurati e commentateli con lui.

Centro per i disturbi del linguaggio in infanzia e adolescenza a Milano

www.centroamamente.it


www.psicologadeibambini.it 





http://www.controcampus.it/2013/12/logopedia-esercizi-di-logopedia-e-consigli-per-genitori/